Giovedì 26 settembre si è tenuto l’evento, organizzato da Noiwelfare S.r.l. Società Benefit insieme a Cattel S.p.A., dedicato al benessere organizzativo, in particolare al tema della Certificazione della Parità di Genere. In un dibattito a cui è stato possibile partecipare sia in presenza che da remoto, sono emersi aspetti molto significativi dell’esperienza di ciascun relatore sulla Certificazione della Parità di Genere. Esperienze provenienti sia dal lato azienda che dal lato dei consulenti che aiutano le imprese nell’iter di certificazione.
Francesco Masieri, contitolare di Noiwelfare S.r.l. SB, ha evidenziato le criticità e le sfide culturali e organizzative che la certificazione mira a superare, stimolando un vivace scambio di idee e riflessioni, arricchito da contributi pratici e ispiratori.
Ha inoltre ricordato che Noiwelfare S.r.l. SB ha creato un servizio dedicato alle aziende che decidono di intraprendere il percorso verso la Certificazione di Parità di Genere (UNI/PdR 125:2022).
Vi invitiamo a guardare il video della serata, ma di seguito vogliamo fare una sintesi degli interventi principali.
Marco Pagan – HR Director, Cattel S.p.A.
Nel suo intervento, Marco Pagan ha illustrato le ragioni che hanno portato Cattel S.p.A. a intraprendere il percorso verso la Certificazione della Parità di Genere. Tra le motivazioni principali, ha citato la difficoltà di reperire personale e il desiderio di formalizzare gli impegni già presi dall’azienda in tema di parità. Pagan ha sottolineato come la certificazione abbia contribuito a sensibilizzare anche sul linguaggio aziendale, spesso influenzato da stereotipi.
Enrico Morgante – Direttore, CFLI di Venezia (Centro di Formazione Logistica Intermodale)
Enrico Morgante ha spiegato che la certificazione della Parità di Genere, pur non essendo obbligatoria, rappresenta un incentivo per le aziende a intraprendere un percorso di cambiamento che le renderà più competitive. Nell’ambito del progetto “Io Porto Parità”, che finanzia attività legate alla certificazione, il Manifesto di Parità è un documento di riferimento nato dal confronto tra diverse parti sociali e imprenditoriali, volto a sensibilizzare sia le imprese che i lavoratori. Tra le iniziative promosse, ha ricordato anche un evento teatrale previsto al Teatro Goldoni di Venezia per il 4 dicembre 2024, mirato a sensibilizzare su questi temi.
Giulia Saccardo – Area Comunicazione CFLI di Venezia (Centro di Formazione Logistica Intermodale)
Giulia Saccardo ha confermato che i finanziamenti del bando “Io Porto Parità” proseguiranno fino a marzo 2025. Dopo questa data, sono previste ulteriori progettualità per garantire continuità alle iniziative legate alla Certificazione della Parità di Genere. Inoltre, ha evidenziato l’importanza di coinvolgere le scuole per promuovere un cambiamento culturale necessario a raggiungere l’obiettivo numero 5 degli SDGs dell’Agenda ONU per il 2030, che riguarda la parità di genere.
Maela Coccato – Referente certificazione PdR 125, Noiwelfare S.r.l. SB
L’Avv. Maela Coccato ha analizzato le difficoltà che le aziende possono incontrare nel percorso di certificazione, evidenziando tre principali criticità:
- La resistenza al cambiamento di prassi consolidate, nonostante possano essere dannose per l’azienda stessa. La certificazione richiede un cambio di mentalità e la disponibilità a mettersi in discussione.
- Motivazioni errate, come l’intento di ottenere semplicemente un riconoscimento formale senza un reale impegno per superare le disparità di genere.
- La mancanza di fiducia reciproca tra azienda e dipendenti. Ad esempio, nello smart working, una misura di welfare utile per ottenere la certificazione, è essenziale che l’azienda si fidi dei dipendenti, così come i dipendenti devono avere fiducia che l’azienda non modifichi prassi consolidate, ad esempio durante i periodi di maternità.
Roberta Bassi – HR BVR Banca Veneto Centrale e Referente Gruppo Inclusion Aidp Veneto e Friuli Venezia Giulia
Roberta Bassi ha sottolineato come la certificazione della parità di genere rappresenti un’occasione fondamentale per le aziende di mettersi in discussione e riflettere in modo critico sulle proprie prassi. Questo processo di autocritica inizialmente può risultare complesso, poiché richiede di analizzare con trasparenza il proprio operato e individuare aree di miglioramento. Tuttavia, ha evidenziato come la soddisfazione derivi dal costruire gradualmente un ambiente migliore, sia per i dipendenti che per l’organizzazione stessa. Misurarsi con obiettivi concreti è essenziale per crescere.
Bassi ha anche ribadito che interventi di base, come l’introduzione di quote rosa o asili aziendali, non sono sufficienti a garantire un reale progresso. Il vero valore del percorso di certificazione risiede nella capacità di stimolare un cambiamento culturale profondo, capace di generare un effetto a catena positivo che coinvolga non solo l’azienda, ma anche il territorio e tutti gli stakeholder.
Un altro aspetto fondamentale riguarda il superamento di limiti culturali ancora presenti, come l’insufficiente educazione finanziaria delle donne. Bassi ha citato un dato emblematico: solo il 37% delle donne italiane possiede un conto corrente personale, sottolineando l’importanza di intervenire già a livello scolastico per promuovere una maggiore autonomia economica.
Infine, ha ricordato le iniziative promosse da AIDP in tema di parità di genere, tra cui webinar dedicati a questioni cruciali come le molestie e la medicina di genere, con l’obiettivo di creare una cultura aziendale più inclusiva e consapevole, e sensibilizzare il mondo del lavoro sull’importanza di questi temi.
Filippo Tanganelli – Referente Federmanager Padova, Rovigo e Venezia
Filippo Tanganelli ha spiegato come anche Federmanager, con i suoi 180.000 associati, abbia deciso di certificarsi per dare un esempio virtuoso. Tra le priorità dell’associazione, ha sottolineato l’attenzione agli abusi, sia verbali che digitali. Ad oggi, sono circa 1.000 le aziende certificate nelle province di Venezia, Padova e Rovigo. Tanganelli ha inoltre ribadito l’importanza che i dipendenti comprendano la certificazione come un’opportunità di crescita e non come un’imposizione. Ha infine sottolineato come il benessere aziendale non dipenda solo da aumenti salariali, ma anche dalla creazione di un ambiente flessibile e sereno, in grado di attrarre le nuove generazioni, che apprezzano maggiormente la possibilità di conciliare lavoro e vita privata.
Ringraziamo nuovamente tutti i relatori per il loro prezioso contributo, che fornirà spunti utili e sarà d’ispirazione per tutte le aziende che desiderano intraprendere questo importante percorso verso la parità di genere.