La certificazione UNI PdR 125 rappresenta un passo fondamentale per le aziende che vogliono promuovere una cultura di equità e di rispetto. Tra queste, Cattel SpA, azienda leader nel settore della distribuzione alimentare per la ristorazione, ha raggiunto questo importante traguardo a dicembre 2024. L’azienda si appresta ora a implementare un piano di welfare a lungo termine per consolidare e ampliare i risultati a livello di benessere organizzativo, equità retributiva e bilanciamento dei carichi di lavoro, ottenuti con la certificazione. Un successo che non sarebbe stato possibile senza la determinazione dell’azienda e il supporto strategico di un team di esperti, tra cui NoiWelfare, che ha affiancato Cattel lungo tutto il percorso.

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Abbiamo intervistato Marco Pagan, HR Director di Cattel SpA, per raccontare questa esperienza e il valore della squadra che ha reso possibile il risultato.

Perché Cattel ha deciso di intraprendere questo percorso di certificazione?

La nostra scelta è stata di andare oltre la semplice certificazione. Abbiamo voluto fare qualcosa di concreto per combattere gli stereotipi di genere e promuovere un ambiente di lavoro basato sul rispetto e sulla parità, per rendere l’azienda sempre più attrattiva e interessante per i candidati e per chi lavora già con noi, da poco o da tanto tempo che sia. Speriamo che questo cambiamento non resti solo all’interno della nostra realtà, ma possa influenzare anche la vita quotidiana delle persone che vi lavorano o che entrano in contatto, a vario titolo, con noi.

Quali sono stati i principali ostacoli che avete incontrato?

Ogni cambiamento porta con sé difficoltà. La prima sfida è stata costruire il team di lavoro. L’A.D. Alberto Augustini mi ha lasciato mano libera. Ho quindi concentrato sull’argomento Elisa Zanette e ho chiesto la disponibilità a Mandy Muffato, dell’ufficio Marketing, di supportarci per il piano di comunicazione. Elisa come scelta naturale perché già mio braccio destro, Mandy perché titolata ad essere coinvolta sul tema, sia per posizione professionale, occupandosi di comunicazione, che per predisposizione, sensibilità personale e background di studio. Questo perché non basta la volontà dell’azienda: servono collaboratori ingaggiati e motivati. Al punto che Elisa e Mandy hanno ideato in autonomia anche un logo di parità aziendale fortemente iconico e rappresentativo! Inoltre, la certificazione impone un’autoanalisi profonda e un cambiamento di mentalità, mettendo in discussione prassi consolidate, anche mie personali.

Quanto ha influito la comunicazione interna nel percorso?

Moltissimo. Abbiamo puntato sulla trasparenza, comunicando con i dipendenti attraverso sessioni di formazione e aggiornamenti costanti. La certificazione non doveva essere percepita come un atto burocratico, ma come un’opportunità di crescita condivisa. Personalizzare la comunicazione in base alla realtà aziendale è stato essenziale: se le persone sentono l’autenticità del messaggio, lo accolgono con maggiore apertura, e questo l’abbiamo fatto discutendo, anche a lungo noi tre, su ogni comunicazione da mandare avanti, per quanto sarebbe stato molto più veloce e comodo ricorrere all’intelligenza artificiale che ti confeziona i comunicati in un lampo. Ma, in tal caso, non ci saremmo stati “noi” e noi volevamo “esserci” dentro, “sentire” la cosa per renderla percepibile.

Quali sono stati i vantaggi più tangibili di questa certificazione?

Oltre alla soddisfazione di aver raggiunto un importante traguardo, abbiamo ottenuto benefici concreti. In un mercato del lavoro sempre più competitivo, dove trovare personale qualificato è una sfida, questa certificazione ci aiuta a distinguerci. Oggi un candidato ha molte opzioni: perché dovrebbe scegliere noi? Offrire un ambiente che garantisce rispetto, equità e valorizzazione del merito diventa un vantaggio strategico. Inoltre abbiamo usato i KPI come leva per far crescere l’organizzazione aziendale, penso all’aver affinato e precisato meglio le procedure delle risorse umane, il sistema di valutazione, la politica retributiva, il sistema premiante, i piani di carriera, il piano strategico. Se oggi possiamo vantare un progetto pilota di creazione del middle management, come percorso di crescita per i nostri collaboratori, lo dobbiamo anche alla spinta dei KPI di certificazione! Avere processi strutturati e trasparenti rafforza infatti la fiducia interna e migliora la qualità della vita lavorativa.

Qual è stato il ruolo dei consulenti in questo percorso?

Fondamentale. NoiWelfare, con la sua esperienza e competenza, ci ha guidato passo dopo passo, aiutandoci a superare gli ostacoli e a strutturare al meglio il nostro piano strategico. Il supporto di Maela Coccato (N.d.r. Referente certificazione PdR 125, Noiwelfare S.r.l. SB) è stato prezioso per affrontare le criticità e comprendere a fondo i criteri della certificazione. Non è un semplice pezzo di carta: è un processo che richiede consapevolezza, impegno economico e personale e il coraggio di mettersi in discussione.

Quali lezioni avete appreso da questa esperienza?

Abbiamo imparato che il cambiamento inizia dalle piccole cose, come il linguaggio che usiamo ogni giorno. Durante questo percorso, ho vissuto un episodio che mi ha fatto riflettere: iscrivendomi a un corso di ballo, il maestro ha usato il termine “attrezzatura” per riferirsi alla ballerina. Mi ha colpito profondamente, perché ho realizzato quanto sia importante scegliere con attenzione le parole. Questa consapevolezza non sarebbe stata così immediata prima della certificazione.

Quali consigli darebbe ad altre aziende che vogliono certificarsi?

Serve tempo, impegno e la volontà di costruire un ambiente migliore per tutti. La certificazione UNI PdR 125 non è solo un timbro, ma un atto di fiducia nei confronti dei propri dipendenti. Con il giusto supporto, come quello offerto da NoiWelfare, il percorso diventa più chiaro e strutturato. Non si tratta solo di rispettare parametri, ma di avviare un cambiamento culturale reale. E anche di sgombrare il campo da alibi e sospetti: senza estremismi, con la certificazione io ti garantisco pari condizioni di partenza, ovvero che le tue performance professionali saranno valutate solo in quanto tali.

Grazie al lavoro di squadra tra Cattel, in particolare il Team Parità, e i consulenti che ci hanno accompagnato, oggi possiamo dire di aver raggiunto un traguardo significativo. Ma questo è solo l’inizio: la vera sfida è mantenere e far crescere ogni giorno la cultura della parità.