Per piano di welfare aziendale si intende l’insieme organico di iniziative, beni e servizi offerti dall’impresa ai propri dipendenti e alle loro famiglie, finalizzati a promuovere il benessere individuale e collettivo, favorendo un equilibrio tra vita privata e lavoro, e generando benefici anche di natura fiscale e organizzativa per l’azienda.
Tra i principali benefici per l’impresa ricordiamo: una migliore rimodulazione del costo del personale, una maggiore produttività, un minor turnover, maggiore attrattività verso nuovi talenti e maggiore competitività.
Un piano welfare di successo è personalizzato perché parte dai bisogni e dagli obiettivi di ciascuna azienda.
Concepire, elaborare e attuare un piano welfare non è né semplice, né immediato. È un’attività articolata, da affidare a un consulente esperto di welfare aziendale perché:
- richiede competenze specifiche in ambiti diversi;
- deve soddisfare contemporaneamente sia gli obiettivi aziendali che le aspettative e i bisogni dei lavoratori;
- deve aderire alla normativa vigente.
Per semplificare, sono indispensabili 3 passaggi per creare un piano welfare che risponda a tutti i requisiti appena elencati. Il primo è l’analisi di alcuni fattori, vediamo quali.
1. L’analisi preliminare per il Piano di Welfare Aziendale
Un piano di welfare aziendale di successo deve essere pensato per i lavoratori e quindi tenere in considerazione le loro esigenze. Questo implica la somministrazione iniziale di un questionario che chiarisca quali sono i servizi e i beni più interessanti e utili per loro.
D’altro canto, anche le esigenze dell’azienda devono essere soddisfatte, sia in termini di budget che di obiettivi. Tra i principali: migliorare il benessere in azienda, aumentare il potere d’acquisto dei dipendenti, incentivare la produttività, attrarre e fidelizzare talenti, ridurre l’assenteismo e colmare eventuali lacune formative del personale.
Dopodiché bisogna analizzare aspetti più operativi, ad esempio l’esistenza di un CCNL, o eventuali accordi e regolamenti interni che prevedono benefit per singoli lavoratori o gruppi di essi. Vanno inoltre valutati il budget disponibile, il numero di dipendenti, le relative RAL, ecc.
Da non tralasciare anche l’analisi degli aspetti organizzativi, tecnici, e giuridici importanti per la progettazione del piano.
2. Progettazione del Piano di Welfare Aziendale
La mole di informazioni raccolte nella prima fase di analisi diventa la base per la progettazione vera e propria del piano welfare.
In questo passaggio va scelta la soluzione normativa di welfare, valutando tra Welfare Puro, Contrattuale, o di Produttività, con il coinvolgimento delle parti sindacali ove presenti.
Al tipo di soluzione scelto è legata la definizione della forma di accordo, che può essere aziendale (accordi di partecipazione paritetica o di conciliazione vita-lavoro dei lavoratori, ecc.) o rientrare nella contrattazione di secondo livello, che richiede una trattativa con le organizzazioni sindacali qualora coinvolte.
Successivamente va individuato il paniere dei beni e/o servizi che verranno erogati ai lavoratori (ad esempio: previdenza complementare, assistenza sanitaria, servizi all’infanzia, formazione, attività ricreative, trasporto pubblico, ecc.) ciascuno con una propria modalità di fruizione (servizi ad attivazione diretta, a rimborso o prepagati).
Infine, andrà valutata la necessità o meno di una soluzione tecnologica a supporto dell’erogazione dei beni e servizi, come una Piattaforma Welfare.
3. Attivazione del Piano di Welfare Aziendale
Una volta definito il piano di welfare aziendale, è importante informare i lavoratori e coinvolgerli nel progetto, facendoli sentire protagonisti in quanto principali beneficiari. Non solo, vanno previsti specifici percorsi formativi per l’eventuale utilizzo di una piattaforma capace di coadiuvare i lavoratori nella richiesta e fruizione dei servizi. Questa fase è fondamentale per assicurare un’elevata partecipazione della popolazione aziendale al piano welfare.
L’attuazione del piano consiste quindi nell’erogazione ai dipendenti dei beni e dei servizi precedentemente individuati e il set up della piattaforma quando prevista.
Il consulente welfare assiste l’azienda nel seguire lo sviluppo del piano in tutte le sue fasi e per tutta la sua durata, in modo tale che i lavoratori lo utilizzino in maniera continuativa e con sempre maggiore familiarità. L’azienda potrà quindi raccogliere i dati necessari per la valutazione degli effetti del piano rispetto agli obiettivi iniziali e per definire gli eventuali margini di miglioramento per il suo rinnovo.
Riferimenti normativi:
 
                





 

